Intervento di sostituzione articolare con
Protesi totale di anca
TRATTAMENTO DEFINITIVO PER L’ARTROSI ALL’ANCA
L’impianto di una protesi all’anca è il trattamento definitivo nei casi moderati – avanzati di artrosi dell’anca qualora i trattamenti conservativi non siano più efficaci o siano controindicati. Consiste nella sostituzione delle superfici ossee malate con delle componenti artificiali che si interfacciano fra loro a costituire una neo-articolazione.
Eseguo interventi di sostituzione totale di anca presso l’ospedale Humanitas San Pio X di Milano ed in altre strutture sul territorio nazionale.
Com’è fatta una protesi di anca
Una protesi totale d’anca è costituita da quattro elementi fondamentali:
- una componente femorale metallica (stelo) che viene alloggiata nel canale del femore;
- una testina femorale di metallo o ceramica posizionata all’apice dello stelo;
- una coppa metallica (cotile) che viene posizionata nello spazio del bacino che accoglie la testa del femore (acetabolo);
- un inserto in materiale plastico (polietilene) che riveste internamente il cotile e che si articola con la testina femorale.
Le componenti di metallo sono nella maggior parte dei casi in lega di titanio e sono anallergiche, quindi utilizzabili anche nei pazienti con allergie a Nichel o ad altri metalli.
Nei pazienti più anziani oppure in presenza di condizioni cliniche che compromettono la qualità dell’osso (ad esempio l’osteoporosi) è possibile utilizzare protesi cementate. In questo caso le componenti protesiche non vengono solamente alloggiate ad “incastro” ma si utilizza un cemento medicale per favorire l’integrazione dei dispositivi nelle ossa.
Come si svolge un intervento di
Protesi di anca
L’intervento viene generalmente effettuato in anestesia spinale: questo permette di eseguire la procedura senza che si avverta il minimo dolore; il paziente inoltre viene indotto in uno stato di sonno tramite la sedazione in modo da non sentire i rumori della procedura chirurgica.
La via di accesso all’anca più comune è la postero-laterale, che ha il vantaggio di risparmiare i muscoli abduttori dell’anca (muscoli piccolo e medio gluteo). Viene eseguita con il paziente in decubito laterale (sul fianco) e prevede una incisione cutanea in regione glutea postero-laterale. Nel corso degli anni questa tecnica chirurgica è stata affinata e permette di eseguire l’intervento in poco tempo nonostante un’incisione di dimensioni contenute.
La via di accesso anteriore diretta è una via alternativa definita “mininvasiva” dal momento che permette di eseguire l’intervento senza recidere alcun muscolo ma sfruttando gli spazi virtuali tra i ventri muscolari. Tuttavia, è indicata solo per pazienti con alcune caratteristiche anatomiche specifiche (essere normopeso e avere una massa muscolare contenuta oltre che possedere alcune caratteristiche anatomiche specifiche di femore e bacino). In questo caso l’incisione cutanea è in regione anteriore di coscia e può essere fatta anche nella variante “bikini”, ovvero in una posizione normalmente nascosta dagli indumenti intimi.
PRIMA DELL'INTERVENTO
La chirurgia protesica dell’anca è una procedura complessa che richiede una pianificazione accurata e un’esecuzione precisa. Prima dell’intervento, viene eseguita una radiografia del bacino in carico ortostatico (in piedi).
Questa metodica consente di valutare lo stato di degenerazione dell’articolazione e numerosi parametri anatomici e biomeccanici utili alla pianificazione operatoria (come un’eventuale dismetria – differenza di lunghezza) degli arti, la forma e dimensione di femore ed acetabolo, eventuali varianti anatomiche, la presenza di neoformazioni ossee degenerative, etc.
Durante questa fase, il chirurgo identifica il tipo di protesi più adatta alle esigenze tecniche e anatomiche del caso e personalizza il trattamento in termini di “misure” e “taglie” delle componenti protesiche.
DOPO L'INTERVENTO
Il paziente rimane in ospedale per una breve degenza, in media 4-5 giorni. Il giorno stesso dell’intervento o il mattino riesce già a mettersi in piedi ed eseguire i primi passi con l’assistenza di un fisioterapista. La deambulazione è concessa con un carico completo sull’arto operato ma con l’ausilio di stampelle (prima due e poi una) per il primo mese circa. Il paziente viene ampiamente istruito sulla corretta posizione dell’anca da mantenere e su eventuali ausili da utilizzare (alza-water, cuscino divaricatore fra le gambe, etc.). La riabilitazione inizia fin da subito e prosegue fino alla dimissione.
È consigliato proseguire il programma riabilitativo anche dopo la dimissione.
FOLLOW UP
Dopo l’intervento e per circa 30-40 giorni, è necessario seguire la profilassi antitrombotica con eparina mediante piccole punture sottocutanee eseguibili in autonomia dal paziente.
Prima dell’intervento il paziente viene istruito sugli esercizi per il recupero articolare e muscolare. Questi esercizi saranno riproposti durante la fase di riabilitazione e, successivamente, quando il paziente farà ritorno a casa.
La rimozione dei punti viene solitamente eseguita dopo due settimane.
I controlli clinici avvengono rispettivamente a 35-40 giorni dall’intervento e a 3-6-12 mesi. In queste occasioni è necessario eseguire delle radiografie dell’anca operata per verificare la funzionalità dell’articolazione e l’integrità della protesi.
Le indicazioni specifiche e gli appuntamenti verranno comunicati al paziente in forma scritta al momento della dimissione ospedaliera.
Contatti
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